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Attacchi d’ansia: cosa sono, sintomi, cause, rimedi e tutto quello che c’è da sapere
L’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il vademecum per psicologi, psichiatri e medici operanti in aree afferenti, definisce l’ansia come l’anticipazione di una minaccia futura, reale o percepita. È proprio l’aspetto temporale che l’accomuna e al tempo stesso la distingue dalla paura, la quale è invece relativa a una minaccia imminente.
Alla luce di questa definizione, è bene specificare che l’ansia non è sempre correlata a un disturbo; infatti, quando si percepisce una minaccia imminente, l’ansia può essere utile per proteggersi, assumere dei comportamenti corretti e prudenti e stimolare il ragionamento. Se la minaccia imminente non è invece in grado di mettere a repentaglio la persona (come nel caso di un esame, una prova o un colloquio), l’ansia può persino aiutare a migliorare le proprie performance.
Il disturbo nasce invece quando la percezione dell’ansia è incontrollabile e soprattutto immotivata (in questo caso si parla di attacco o crisi di ansia), oppure se essa si protrae a lungo e diventa parte integrante della quotidianità dell’individuo (ansia generalizzata). È a queste due situazioni, infatti, che il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dedica diverse pagine.
Sintomi degli attacchi d’ansia
Un attacco d’ansia consiste dunque nella comparsa improvvisa di disagio o paura intensi, i quali raggiungono un picco d’intensità in tempi relativamente brevi (talvolta bastano pochi minuti). Al contrario di quello che si possa pensare, l’ansia non interessa solo la sfera psicologica dell’individuo, bensì attacca anche le condizioni fisiche della persona, in maniera non trascurabile. I sintomi fisici di frequente associati all’attacco d’ansia includono tachicardia, dolore al petto, sensazione che l’ossigeno inizia a scarseggiare (asfissia), nausea o crampi addominali, sudorazione e vertigini; nei casi più gravi, si può avere l’impressione di non essere più in sé o che la realtà è alterata.
Ovviamente, per definire un attacco d’ansia non serve che si verifichino tutti questi sintomi, ma il Manuale indica che per una corretta diagnosi almeno 4 delle percezioni elencate in precedenza devono verificarsi.
Tra gli altri sintomi, da non includere nella lista per ciò che concerne la diagnosi, possono esservi il pianto o mal di testa frequenti e intensi.
È impossibile definire, per ognuno di questi sintomi, l’intensità con la quale esso può presentarsi: questa caratteristica dipende strettamente dall’individuo affetto dagli attacchi di ansia. In ogni caso, però, è importante cercare di mantenere il controllo, per evitare che anche solo uno di questi sintomi possa compromettere le funzionalità biologiche, rappresentando quindi un vero e proprio pericolo per la propria salute.
La persona che soffre di attacchi d’ansia e coloro che la circondano devono poi sapere che l’intensità dei sintomi può amplificarsi notevolmente nel caso in cui il soggetto interessato sia costretto in uno spazio limitato e non abbia la facoltà di “evadere”. Ciò non comprende solo spazi angusti e limitati come ad esempio ascensori o piccole stanze (per i quali è possibile descrivere un altro specifico disturbo), ma anche situazioni sociali che possono far sentire l’individuo interessato dalle crisi di panico “in trappola”. Tra queste rientrano ad esempio cerimonie ed eventi.
Cause delle crisi d’ansia
Individuare la causa delle crisi d’ansia non è affatto semplice. Il motivo è che, tra i fattori che possono causare questi attacchi, ve ne sono alcuni “silenti”, ovvero che individualmente e istantaneamente non sono in grado di determinare la reazione, ma i quali, sommati ad altri e “accumulati” nel tempo, possono apportare un contributo notevole. Proprio per questo motivo, il Manuale definisce l’attacco di ansia come “inaspettato”, in quanto non è possibile individuare, nel momento in cui si verifica l’aumento d’intensità dei sintomi, un solo ed evidente fattore scatenante.
Tra le potenziali cause, però, è sicuramente possibile evidenziare fattori legati al temperamento dell’individuo: la tendenza a filtrare e recepire emozioni negative provoca, ad esempio, l’ingresso in una spirale di negatività che può raggiungere il suo apice proprio con frequenti attacchi d’ansia.
Alcune delle potenziali cause, inoltre, sono legate a fattori ambientali ed eventi traumatici. Uno dei fattori di rischio in assoluto più frequenti è l’aver ricevuto abusi di natura sessuale o fisica (violenta) in età infantile. Non sono però da trascurare anche situazioni difficili e stressanti verificatesi nei mesi antecedenti al primissimo attacco d’ansia, così come l’abuso di alcol, fumo e droghe o farmaci.
Il fatto che gli attacchi di ansia siano più frequenti in soggetti nati da genitori che hanno mostrato questo o altri disturbi d’ansia lascia intendere che vi sia anche un fattore di predisposizione genetico e meccanismi prettamente biologici alla base di questa condizione; nonostante questo, non sono al momento stati evidenziati geni o sequenze specifiche che potrebbero contribuire alla comparsa dell’attacco d’ansia; alcuni studiosi, inoltre, hanno ipotizzato che la causa dell’aumentato rischio di attacchi di ansia in soggetti con genitori affetti da disturbi simili sia provocato esclusivamente dalle condizioni di vita che si instaurano nell’ambiente domestico, escludendo del tutto l’influenza della genetica.
Attacchi d’ansia: tutti i rimedi
Benché per la persona che ne è affetta gli attacchi d’ansia sembrino un ostacolo insormontabile e col quale semplicemente imparare a condividere, in realtà è bene sapere che è possibile ricorrere a numerosi rimedi, di diversa natura, per limitare l’intensità degli attacchi di ansia e imparare a combatterli.
Tutti i rimedi naturali contro gli attacchi d’ansia
Tra i rimedi naturali che possono aiutare a prevenire o ridurre l’intensità di un attacco d’ansia ve ne è uno inaspettato: il magnesio. Questo minerale, che è coinvolto in innumerevoli processi biologici, può determinare diversi disturbi quando è carente, e tra questi vi è l’ansia. Assumerlo regolarmente, dalla dieta o da integratori ad hoc, è quindi utile per rimediare agli attacchi d’ansia.
In alternativa, è possibile ricorrere alla fitoterapia. Si tratta di una tecnica che prevede l’assunzione di infusi e bevande a base di erbe con proprietà rilassanti, capaci di contrastare i sintomi dell’ansia; tra queste vi sono la ben nota valeriana, la camomilla, nonché melissa e passiflora.
Simile alla fitoterapia è l’aromaterapia, che non prevede l’assunzione diretta di bevande, bensì l’inalazione di specifiche fragranze; per raggiungere questo scopo è possibile anche ricorrere a oli essenziali, i quali non solo possono essere percepiti dall’olfatto se leggermente riscaldati, ma anche massaggiati sulla pelle con movimenti delicati per amplificarne il potere rilassante. A tal proposito, è possibile consultare esperti o cultori della materia, che possono certamente offrire consigli più mirati.
Tecniche di meditazione
Tra i rimedi naturali che è possibile adoperare per contrastare gli attacchi d’ansia vi sono alcune specifiche tecniche di meditazione, che possono essere apprese grazie a corsi specifici e che possono indubbiamente essere di sostegno nel contrastare i pensieri negativi. Tra queste è possibile citare, ad esempio, lo yoga, tecnica molto famosa e apprezzata in tutto il mondo di origine buddhista; tuttavia, esistono anche alternative meno famose allo yoga, come il Tai Chi (anche se si tratta, più specificamente, di un’arte marziale).
Rimedi omeopatici contro gli attacchi d’ansia
Ambra Grisea, Ignatia Amara, Gelsemium, Aconitum Napellus e Argentum Nitricum sono alcuni degli elementi più utilizzati in omeopatia per combattere l’ansia. A riguardo abbiamo scritto un articolo molto dettagliato, leggi “ansiolitici omeopatici“.
Rimedi farmaceutici agli attacchi d’ansia
Nel caso in cui gli attacchi d’ansia siano particolarmente intensi, è possibile ricorrere ad alcuni rimedi farmaceutici in grado di risolvere o attenuare i sintomi. Tra questi sono inoltre presenti specifiche terapie.
Uno dei farmaci in assoluto più consigliati per trattare l’ansia, soprattutto quella che si manifesta periodicamente durante gli attacchi, è il buspirone.
Si tratta di un eccipiente facente parte della categoria degli ansiolitici, anche se a differenza di tutti gli altri farmaci appartenenti alla categoria non provoca dipendenza o assuefazione. Agisce a lungo termine e non crea dipendenza. Inoltre, il farmaco non è ipnotico.
Se usate per tempi brevi e con dosi non troppo elevate, è possibile ricorrere anche alle benzodiazepine, le quali tuttavia hanno come effetti collaterali l’insorgenza di assuefazione e dipendenza; tra i loro principali effetti vi sono il trattamento dell’insonnia e il contrasto delle emozioni spiacevoli.
Nel caso in cui si necessiti, invece, di farmaci deputati a ostacolare gli effetti fisici determinati dall’ansia è possibile citare i beta bloccanti, che sono in grado di attenuare tachicardia, palpitazioni, vertigini e altri sintomi, pur non agendo sulla componente psicologica del disturbo.
Prima di assumere qualunque tipologia di farmaco è ovviamente indispensabile consultare un medico.
Come già accennato, è possibile curare gli attacchi di ansia anche attraverso sedute specifiche con uno psicologo o con uno specialista abilitato al trattamento di questo disturbo.
Non bisogna provare alcun tipo di imbarazzo nel caso in cui si decida di ricorrere a questa soluzione: si tratta infatti di una scelta che può risolvere il problema in via definitiva, in quanto gli specialisti sono anche in grado di fornire consigli per evitare l’insorgenza di futuri attacchi, oltre che di individuare la radice del problema.
Conclusioni
L’ansia è quindi una manifestazione emotiva simile alla paura, ma legata ad eventi o condizioni imminenti e potenzialmente irrealistiche. Nonostante abbracci la sfera emotiva, può avere conseguenze anche sull’organismo della persona, provocando tachicardia, sensazione di soffocamento e altri sintomi, variabili da persona a persona. Tuttavia, gli attacchi d’ansia non vanno confusi con l’ansia generalizzata: mentre i primi, infatti, si manifestano periodicamente e hanno un decorso che presenta picchi d’intensità, l’ansia generalizzata “convive” costantemente con la persona che ne è affetta, influenzandone scelte e comportamenti e, soprattutto, senza un motivo concreto che ne giustifichi la presenza. È quindi importante comprendere bene le differenze tra le due condizioni per far sì che il trattamento sia mirato e molto efficace.
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