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Ferro basso: sintomi, cause, conseguenze e rimedi
Ferro basso: sintomi
Il ferro basso è una condizione da non trascurare in nessun caso. Poiché è anche grazie al ferro che i globuli rossi riescono a esplicare la propria funzione principale, ovvero quella di trasportare l’ossigeno in tutte le aree del corpo, si può affermare che in assenza del metallo si soffre di una vera e propria forma di anemia, conosciuta con il nome di anemia sideropenica.
Le analisi del sangue permettono di definire con esattezza qual è un valore universalmente riconosciuto come basso. In particolare, i valori di ferro basso vengono definiti tali quando la ferritina riporta una misura pari o inferiore a 22 nanogrammi/ml di sangue.
In caso di carenza di ferro, dunque, possono verificarsi molti sintomi.
Uno di questi è principalmente legato alla respirazione: numerosi soggetti affetti da anemia sideropenica lamentano infatti difficoltà respiratorie, affanno e fiato corto. Ciò si spiega facilmente con il fatto che i globuli rossi, che in mancanza di ferro diventano più piccoli e meno capaci di trattenere l’ossigeno, si saturano molto velocemente, non avendo dunque l’opportunità di trasportare il gas in ogni area del corpo.
Gli eritrociti sono responsabili del colore rosso vivo del sangue. Uno dei fattori che contribuiscono a fornire ai globuli rossi il tipico colore è il ferro, o più specificamente il suo stato di ossidazione (il che spiega perché il sangue venoso sia particolarmente scuro, mentre quello ossigenato sia rosso brillante). Proprio per questo motivo, la carenza di ferro provoca pallore, associata a una sensazione generale di debolezza, che si rivela particolarmente accentuata in prossimità delle gambe.
Tra gli altri sintomi generici della carenza di ferro nel sangue vi è l’accelerazione del battito cardiaco, nonché riduzione della temperatura in mani e piedi, mal di testa e irritabilità.
Cause del ferro basso
Le ragioni che possono provocare la ferritina bassa all’interno del sangue possono essere molteplici.
In generale, il fenomeno interessa più frequentemente persone appartenenti al genere femminile.
Ciò trova motivazione nel ciclo mestruale: una volta al mese, infatti, le donne in età fertile perdono un volume di sangue variabile tra 30 e 40 millilitri, che possono arrivare fino a 80 in caso di ciclo abbondante.Naturalmente, all’interno del sangue perduto sono contenuti moltissimi eritrociti, a loro volta contenenti ingenti quantità di ferro che non possono essere reintrodotte, se non con la dieta.
A ciò bisogna aggiungere il fatto che l’organismo umano non è capace di sintetizzare il ferro, per cui se non si rimedia alla carenza provocata dal ciclo, questa non può che accentuarsi.
Tra le altre cause della carenza di ferro nel sangue vi è anche una dieta squilibrata. Come già accennato, l’alimentazione è l’unica fonte di ferro, il quale non può essere prodotto dal corpo umano.
Il ferro-eme, ovvero quello contenuto nel sangue, è presente in pochi alimenti, tra cui carne (e, più specificamente, fegato) e crostacei. Uno scarso consumo di questi cibi è stato negli anni associato dai ricercatori al fenomeno relativo alla carenza di ferro nel sangue.
Anche alcuni alimenti di origine vegetale contengono ferro, anche se si tratta per lo più di ferro non-eme e soprattutto presente in scarse quantità. Tra i cibi vegetali che ne contengono la maggiore quantità vi sono i legumi, e in particolare lenticchie e soia.
Anche tutte le verdure a foglia verde, tra cui la rucola, contengono importanti quantità di ferro. Il problema, tuttavia, è che la maggior parte del ferro non-eme acquisito da questi alimenti non viene effettivamente assorbita dall’organismo umano. In questo modo, dunque, gli alimenti non sono capaci di soddisfare il fabbisogno di ferro.
Il mancato assorbimento del metallo, il quale provoca l’abbassamento dei livelli di molecole di ferro nel corpo, può anche essere dovuto a un malfunzionamento metabolico dell’organismo umano. Per far sì che il minerale venga assimilato, infatti, è necessario un complesso gruppo di enzimi, la cui carenza limita l’assorbimento di ferro.
Gli enzimi possono non funzionare o andare perduti per diverse ragioni, tra cui vi sono motivi di natura genetica oppure clinica. Spesso, infatti, i soggetti che sono stati sottoposti a un intervento di asportazione o modificazione dell’apparato digerente mostrano, nella fase di recupero post-operatoria, valori piuttosto bassi di ferro.
In conclusione, la carenza di ferro può manifestarsi anche in gravidanza o allattamento, ed è spiegata in questo caso dal fabbisogno di questo metallo del neonato, che lo sottrae alla madre.
Ferro basso: conseguenze
Il ferro basso è associato a una variegata serie di conseguenze. Nell’immediato, le conseguenze del ferro basso si manifestano sotto forma dei sintomi precedentemente descritti, ma è bene sapere che, se trascurata, la carenza di ferro può provocare letteralmente la perdita del tessuto connettivo o la sua distruzione, portando dunque a una serie di complicanze più o meno gravi.
In alcuni casi, ad esempio, alla carenza di ferro è associata l’alopecia, nonché una perdita di consistenza e qualità complessiva del tessuto epiteliale, che comprende sia la pelle che le unghie.
I soggetti che soffrono di anemia sono maggiormente esposti a eventuali infezioni o problemi di salute più in generale, e la situazione si aggrava ulteriormente in caso di anemia in gravidanza.
Vi sono infatti numerosi studi scientifici che si sono espressi in merito a un possibile collegamento tra la carenza di ferro nel sangue e nascite premature, eventualmente con bambini effetti da anemia sin dal momento in cui vengono al mondo. Inoltre, secondo alcuni ricercatori la carenza di ferro in gravidanza può mettere a repentaglio anche la vita della madre, la quale ha una maggiore probabilità di essere interessata dalla depressione post-parto.
Rimedi contro la carenza di ferro
Per fortuna, è possibile intervenire in diversi modi per limitare la carenza di ferro, i quali si fondano principalmente su una rivisitazione della dieta seguita. Ecco, dunque, maggiori dettagli per arginare il problema del ferro basso partendo dalla tavola.
Cosa mangiare con il ferro basso
Quali sono gli alimenti che contengono ferro?
Come già accennato, uno degli alimenti più ricchi di ferro-eme, dunque direttamente biodisponibile per l’organismo umano, è il fegato. Quest’organo, infatti, rappresenta il luogo in cui il ferro eventualmente presente in eccesso viene conservato. Mangiare una porzione di questi alimenti consente di soddisfare abbondantemente il fabbisogno giornaliero. Anche altri tagli di carne, seppure in concentrazione minore, contengono ferro biodisponibile.
Con i vegetali e i cereali, che contengono principalmente ferro non-eme, il discorso è più complesso. Poiché il metallo presente in questi alimenti non è direttamente assimilabile, ed è opportuno adottare delle soluzioni finalizzate a massimizzare l’attività degli enzimi digestivi. Tra queste soluzioni vi è, ad esempio, l’abbinamento degli alimenti con alcuni acidi, tra cui acido ascorbico (vitamina C) oppure acido acetico, contenuto nell’aceto.
È poi doveroso ricordare che in questi alimenti vi sono concentrazioni di ferro più basse, per cui per raggiungere il medesimo risultato ottenibile con i tagli di carne è necessario un consumo maggiore di vegetali.
Carenza di ferro: cosa fare
Nel caso in cui la dieta non sia in grado di sopperire a carenze di ferro, è possibile ricorrere all’utilizzo di un integratore alimentare adeguatamente studiato. Esistono sia integratori alimentari generici, che integrano tutti i micro-costituenti, sia alcuni pensati solo per sopperire al ferro basso.
È opportuno non esagerare con le dosi degli integratori, poiché un eccesso di ferro può portare a problemi a livello epatico e non solo.
Ferro basso in gravidanza: cosa c’è da sapere
Un organismo in fase di crescita e di sintesi di nuovi tessuti come il feto ha ovviamente bisogno di ingenti quantità di ferro. Il feto preleva questo metallo dalla madre, il che significa che in gravidanza un leggero calo del ferro è fisiologico.
Tuttavia, se il ferro basso raggiunge valori preoccupanti, è opportuno consultare il ginecologo e il proprio medico per studiare la soluzione, con lo scopo di evitare danni sia alla madre che al bambino.
Carenza di ferro nei bambini: cosa fare
Nel caso in cui un bambino manifesti i sintomi dell’anemia sideropenica, è opportuno recarsi in ospedale. Il reparto pediatrico, infatti, è tenuto a effettuare un’attenta visita per valutare l’eventuale scarsità di eritrociti nel sangue.
In caso affermativo, nell’ambiente ospedaliero (per avere la possibilità di contrastare immediatamente eventuali reazioni allergiche) il bambino viene sottoposto a una cura a base di sali ferrosi da somministrare oralmente per un mese. Se il ferro basso non sale, è possibile intervenire con l’iniezione in vena.
Per verificare se il ferro viene assorbito dal bambino, un metodo piuttosto efficiente consiste nell’osservare le sue feci: se queste sono molto scure, probabilmente il ferro introdotto non viene assorbito adeguatamente.
Domande frequenti F.A.Q.
I globuli rossi diminuiscono, diventano più piccoli e perdono la loro capacità di trasportare l’ossigeno. Tutto ciò ha conseguenze nefaste sull’organismo.
La carenza di ferro può influire sulle performance sportive, ma l’eventuale esclusione da uno sport è legata all’entità dell’anemia. Per maggiori informazioni, consultare un medico.
Sì, ma non si può pensare di non assimilare ferro per dimagrire. Il dimagrimento, infatti, è dovuto principalmente all’inappetenza causata dalla carenza.
Sì, perché in generale la carenza di ferro rende il soggetto più debole.
Sì, nonché altri sintomi sgradevoli a carico dell’apparato digerente.
È raro, ma sono stati osservati casi di alopecia dovuta all’anemia.