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Calcolo della fertilità femminile: con ciclo regolare o irregolare, per rimanere incinta oppure no
Il ciclo mestruale è l’apice di un periodo ben definito, che si ripete ogni mese, il quale definisce la riproduttività della donna. Con poche semplici informazioni, dunque, è possibile stimare con un’accuratezza variabile a seconda dei casi il periodo di fertilità, il che può essere estremamente utile per massimizzare la probabilità di restare incinta o, al contrario, evitare la gravidanza. Ecco, dunque, tutto ciò che c’è da sapere in merito al calcolo della fertilità.
Calcolo della fertilità femminile: il ciclo che si ripete
Il ciclo mestruale, in condizioni fisiologiche, ha una durata di 28 giorni. Per definizione, si intende per “ciclo mestruale” l’arco di tempo che intercorre tra la comparsa delle mestruazioni fino al giorno antecedente le perdite ematiche del mese successivo.
Nonostante la durata standard sia di 28 giorni, vi può essere un’oscillazione che dipende strettamente dalla persona che, se compresa tra i 25 e i 36 giorni, può essere considerata normale. Tuttavia, sono sempre più le donne che soffrono di ciclo mestruale irregolare, il quale almeno in apparenza non mostra alcun tipo di schema.
In condizioni normali, inoltre, le perdite ematiche si estendono dai 3 ai 7 giorni, con una perdita di sangue complessiva che raramente supera gli 80 ml.
Il ciclo mestruale è governato da meccanismi che coinvolgono gli ormoni, secreti da importanti ghiandole tra cui ipofisi, ovaie e ipotalamo.
Il ciclo, a cui è strettamente associato il calcolo della fertilità femminile, può essere suddiviso in quattro periodi.
Il primo è rappresentato proprio dalle perdite ematiche, a cui si fa corrispondere l’inizio del ciclo. In questa fase, la parete dell’utero – che non ha ospitato alcuna gravidanza – viene espulsa per poi essere formata nuovamente.
Al termine delle perdite di sangue, l’ipofisi produce un ormone detto follicolo-stimolante, il quale stimola le ovaie a produrre l’ovulo dominante; in contemporanea, in prossimità dell’utero si verifica la formazione di un tessuto epiteliale più spesso, il quale ha lo scopo di proteggere la cellula.
La fase successiva, che si verifica circa 7 giorni dopo che sono terminate le mestruazioni, è detta di ovulazione: un ormone stimola il rilascio della cellula uovo femminile, che viene dunque riversato nell’utero per il concepimento (nell’arco di 24/48 ore). In questa fase è possibile assistere a una copiosa produzione di muco prima del ciclo, il quale si presenta viscoso, trasparente e molto estensibile, e che provoca una particolare sensazione di bagnato;
l’obiettivo di questa secrezione è proteggere l’oocita. Quelli inclusi all’interno di questa fase sono, dunque, proprio i giorni fertili, durante i quali si ha la massima probabilità di concepimento, con uno scarto di (2/3 giorni prima dell’ovulazione e 48 ore in seguito alla stessa).
Prima della comparsa delle perdite ematiche del mese successivo, l’organo genitale femminile va incontro a un’altra fase, detta di post-ovulazione, durante la quale si ha una rapida produzione di progesterone, che contribuisce a rendere l’ambiente più ospitale per l’impianto dell’ovulo fecondato.
Se la fecondazione non avviene, i livelli di progesterone calano rapidamente, provocando così la comparsa delle mestruazioni. In questo modo, il ciclo mestruale ricomincia.
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Calcolo della fertilità per non rimanere incinta: quali sono i giorni più rischiosi
Per una donna che ha un ciclo mestruale regolare o prossimo alla perfetta regolarità, il calcolo dei giorni fertili – durante i quali è opportuno evitare rapporti sessuali non protetti per limitare la probabilità di restare incinta, è piuttosto semplice. Basta, infatti, fare riferimento al giorno di comparsa delle mestruazioni.
Il calcolo, in questo caso, è ulteriormente semplificato se l’arco di tempo in cui si verificano le perdite ematiche è costante, in quanto il ciclo inizia il giorno in cui cominciano le mestruazioni, ma i meccanismi ormonali si innescano a partire dal termine delle perdite sanguigne.
I giorni più rischiosi se si desidera evitare una gravidanza sono quelli in cui è effettivamente presente l’ovulazione, anche se vi è una percentuale di rischio anche tra il 5° giorno antecedente alla stessa, fino alle 24-48 ore successive all’ovulazione.
È bene, tuttavia, evitare rapporti non protetti in un lasso di tempo più esteso, poiché bisogna prendere in considerazione alcuni fattori che non possono essere controllati dalla donna, tra cui la vitalità degli spermatozoi del partner.
Ciò significa che se si ha un rapporto sessuale 7 giorni prima dell’ovulazione ma gli spermatozoi dell’uomo hanno una vitalità media di 48 ore circa, vi è comunque una certa probabilità di restare incinta.
La soluzione per evitare gravidanze indesiderate, dunque, è quella di ricorrere a rimedi contraccettivi concreti ed efficaci, tra cui il profilattico.
Calcolo della fertilità per rimanere incinta: i giorni migliori per cercare una gravidanza
In questo caso, il discorso è diametralmente opposto rispetto a quanto detto per le donne che non desiderano una gravidanza. La soluzione, infatti, consiste nel concentrare i rapporti sessuali nei periodi di pre-ovulazione e ovulazione. Se il ciclo mestruale è regolare, anche in questo caso il calcolo è molto semplice da effettuare.
Per il calcolo della fertilità con ciclo irregolare, invece, è possibile adottare una delle soluzioni riportate di seguito. In generale, però, una regola è sempre valida: fare l’amore con il proprio partner spesso massimizza le probabilità di restare incinta, soprattutto se non si riesce a riconoscere qual è il periodo fertile.
Calcolo della fertilità con ciclo irregolare: come fare per riconoscere i giorni fecondi
Numerosi studi, negli anni, sono stati effettuati per trovare una soluzione univoca atta a riconoscere quali sono i giorni fecondi per le donne. Nonostante gli enormi sforzi e a causa dell’enorme diversità inter-individuale, non è stato possibile trovare uno schema che si adatti a tutte le donne.
Tuttavia, dei consigli per il calcolo della fertilità femminile esistono, i quali sono adatti soprattutto in caso di ciclo mestruale irregolare, e si dividono in empirici e matematici.
Tra i metodi matematici, ha riscosso negli anni particolare successo quello noto con il nome di metodo Ogino-Knaus.
I due ricercatori arrivarono alla formulazione di una semplice equazione matematica, la quale si fonda su concetti prettamente statistici, grazie alla quale ritenevano possibile riconoscere il periodo fertile.
Per mettere in atto il metodo è necessario studiare il proprio ciclo mestruale per 12 mesi. Secondo il metodo Ogino-Knaus, dunque, il periodo infertile termina n-19 giorni dopo l’inizio delle mestruazioni, dove n è la durata in giorno del ciclo più breve nei 12 mesi antecedenti; al contrario, il periodo infertile comincia m-10 giorni dopo l’inizio delle mestruazioni, dove m è la durata del ciclo più lungo nei precedenti 12 mesi.
Il metodo Ogino-Knaus, tuttavia, non è molto affidabile, in quanto è noto che ha una probabilità di fallimento del 30%.
Sulla base di questo metodo, tuttavia, ne sono stati elaborati altri ben più accurati, che uniscono le conoscenze statistiche con dati empirici.
Alcuni di questi, ad esempio, prevedono l’osservazione del muco cervicale al risveglio e la misura della temperatura basale (la cui oscillazione, nella donna, è associata alla presenza di progesterone nel sangue). Queste informazioni, combinate con un modello statistico, permettono di predire i giorni fertili, con un tasso di fallimento inferiore al 2%.
Uno dei metodi che adottano entrambe le misure è il metodo Billings, ma per la sua corretta applicazione è necessario un confronto con un esperto del settore. La sua applicazione può essere particolarmente utile nel calcolo della fertilità con ciclo irregolare.
Domande frequenti F.A.Q.
Se il ciclo è regolare, basta riconoscere le fasi di pre-ovulazione e di ovulazione: questi giorni, infatti, sono i più fertili.
Per il calcolo della fertilità femminile con ciclo irregolare è necessario utilizzare alcuni algoritmi, la cui accuratezza è variabile. È necessario però riportare precisamente le informazioni, e apprendere bene il metodo.
Per rimanere incinta, è bene calcolare quali sono i giorni fertili e concentrare in essi i rapporti sessuali, con uno scarto di qualche giorno sia all’inizio che alla fine della fase feconda.
Per evitare gravidanze indesiderate, è bene astenersi dai rapporti sessuali nei giorni indicati come fertili. Il rimedio più efficace in assoluto, però, è utilizzare un contraccettivo.
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